Il critico di Cinema e fondatore del CineClub Vittorio De Sica Cinit
Armando Lostaglio è stato invitato dall’Istituto del Design di Matera,
presieduto dal Prof. Pasquale Domenico Toce, per un seminario su
Cinema e costume. Cinema come atto di crescita collettiva, di riflessione
sul costume e sulla poetica esistenziale.
Su tali aspetti il critico Lostaglio
ha portato alcune riflessioni agli studenti, evidenziando la poesia che può
emanare un film nella sua complessità di arte scenica e dialogica, quale
"atto di riappropriazione della integrità umana".
Una forma sublime
quanto profonda di allegoria del bene collettivo che diventa fonte di
evoluzione, laddove assurge a spazio egalitario di cognizione e
umanesimo.
Assioma che porta a ridefinire il concetto di arte, di cinema,
di comunicazione in una sorta di triangolo equilatero che prefigura una
"laica eucarestia", cibo e nutrimento di anime in cerca di sostanza e di
sogno.
Un contesto teorico nel quale si innesta la disciplina che gli
studenti dell'IdD di Matera portano avanti con passione e dedizione: il
costume, l'arte di comunicare mediante il corpo e quindi mediante ciò
che indossiamo.
E che sarà un bene comune.
Il Cinema è da sempre fonte
di ispirazione e spesso fautore di nuove tendenze e stili appropriati.
Nel
master è stato citato Federico Fellini che realizzava bozzetti dei futuri
protagonisti dei suoi film, era un satiro, un bozzettista talvolta
caricaturale, lo era il compagno di esordio Ettore Scola (al giornale Marco
Aurelio a Roma).
Uno spazio lo hanno avuto anche Michelangelo
Antonioni, Pier Paolo Pasolini, autori che nella loro poetica espressiva
hanno saputo guardare nel profondo e soprattutto hanno creato un
proprio linguaggio nel comunicare l'esistenza e il divenire.
E altri autori
come Ermanno Olmi, i Fratelli Taviani hanno saputo carpire il senso della
storia legandolo alla quotidianità .
E ancora, film cult come Via col vento, i
film di Francis Ford Coppola e Martin Scorsese, in grado di cogliere le
inquietudini di una società in continua evoluzione.
Il costume resta l’equo
riflesso dei fermenti socio-culturali in atto.
Sotto i riflettori analizzato
anche il film Dolls di Takeshi Kitano che qualche lustro fa colpì il pubblico
alla Mostra di Venezia, reinventando una storia intimista con i costumi
nipponici, laddove ogni colore assurge a rappresentazione di costumi
sociali: il giallo, ad esempio, è il colore delle ambulanze che trasportano
degenti nelle case di cura mentale.
La follia è il riflesso cromatico
collettivo. Riferimenti anche al saggio di Erwin Panofsky sullo stile, nel
quale il cinema rappresenta una componente basilare.
Il Cinema, dunque,
palestra di studi sociali ed economici.
Il ruolo dei futuri laureati
dell'Istituto materano - il corso universitario è tenuto da Chiara Lostaglio -
sarà quello di guardare oltre, reinventarsi sapientemente immagini e
tendenze.
Un lavoro complesso quanto appassionante.
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