📰 Cinema all'Istituto penale minorile di Potenza Iniziativa di Libera - Presidio Vulture Alto Bradano, Val d'Agri con CineClub De Sica Cinit

 
L'esperienza delle lezioni di cinema con i giovani detenuti dell'Ipm di Potenza ci porta riflessive considerazioni. 
La Lettura e le immagini, la comprensione comune del mondo che ci gravita intorno può essere il terreno sul quale confrontarsi e condurre un'azione mirata. Utile a quei ragazzi dell'Istituto penale come a noi. 
Investire sul talento della parola, sulla forza evocativa dell'immagine, sulla bellezza esente di retorica può condurci in un altrove salvifico. Sappiamo da sempre che la passione si trasmette con la passione, e sarà coadiuvata dallo studio e la competenza, dal confronto e la volontà di crescere. 
L'immaginario di parole, un cinema realista e trasognante può, anzi, deve essere fonte di future felicità, di cambiamenti in grado di arginare il dolore vissuto e ancora reale ancorché detentivo. 
Rimediare ad un presente limitato e limitante, anche a causa di scarse conoscenze, di letture non fatte, di film non visti, di confronti non avuti che misurino la propria esistenza in un determinato contesto, un pregresso talvolta fuorviante. Il mondo lì dentro può essere, o si può identificare, come un paesaggio umano del tutto fertile, addirittura incontaminato, che può apparire come un ossimoro rispetto al recente passato dei ragazzi. 
La volontà di chi scrive, di chi intende comunicare e misurarsi con il sapere e l'ignoto, potrà essere una nuova vocazione in vista di fenomenologie comunicative, alternative all'uso consueto di approcciarsi al già visto, al già vissuto, benché tragico, ma non irrimediabile in futuro. 
Restiamo nella certezza, invece, che il terreno sia fertile, laddove - scrive Silvina Ocampo - "persino la loro crudeltà talvolta è innocente".
 A provvisoria conclusione di un percorso costellato di cortometraggi e riflessioni, domande e discussioni fra i ragazzi dell'Istituto penale minorile, per quel che riguarda l'aspetto dei linguaggi visivi, riteniamo che si sia ottenuto il massimo che i ragazzi potevano dare, tenendo pure conto che non sono abituati a stare più di 20 minuti a vedere un film: scalpitano, hanno bisogno di fumare, di uscire, forse anche per riflettere sulla visione che viene proposta, sebbene fossero film alla loro portata. 
L'esperienza del capolavoro "Il monello" di Chaplin, il dibattito alquanto acceso scaturito dal film "Il Legionario" di Hleb Papou, le immagini fra le nuvole di Totò burattino diretto da Pasolini, gli scambi di letterine con gli alunni di Baragiano, e la visione dei corti con i due comici egiziani da loro stessi proposti (che francamente non conoscevamo) credo siano il suggello di una attività condotta con delicatezza e anche con una certa ambizione, di credere in quest'arte, il cinema, quale catalizzatore di promozione umana. 
Una delle immagini più toccanti è stata quando un giovane ci fa vedere le foto dei suoi tre figli, o quando un ragazzo, fragilissimo, confida la sua tragedia che lo ha condotto fra quelle mura. Sequenze queste che sarebbe forse doloroso rivedere, ma utili per comprendere il senso profondo della libertà, e della umanità insita in essa. 
Ai ragazzi dell'Ipm, con deferenza, va la canzone "Mio fratello che guardi il mondo" di Ivano Fossati. 

 Armando Lostaglio

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