Federconsumatori. lettera commento in merito alla proposta di legge regionale che prevede un incentivo per le donne che non abortiscono
Secondo un recente studio Istat
il valore del capitale umano di ogni italiano oggi ammonterebbe a 342.000 euro,
complici l’età, il rischio di mortalità, le varie tipologie di lavoro e altri
aspetti. ll metodo di calcolo utilizzato dall'Istituto di statistica considera
il valore attuale del reddito da lavoro per il ciclo di vita previsto, tenendo
conto di possibili cambiamenti della retribuzione, senza valutare però, la
difficoltà che si incontra a priori nell’ottenere un reddito. Questa stima, al
di là della sua attendibilità o del merito, è un pretesto per dire che a noi
piace pensare al “capitale umano” come ad un espressione che va oltre il mero valore
monetario. Non sono sicuramente della stessa opinione tutti i consiglieri
regionali lucani, firmatari della proposta di Legge che prevede un incentivo
economico a sostegno delle donne che rinunciano all’ aborto, nel caso in cui
avessero deciso di affrontarlo. Noi crediamo che essere madri sia prima di
tutto una condizione esistenziale e pensare di tradurre uno stato così
complesso in linguaggio economico è a dir poco “riduttivo”. Per portare a
termine una gravidanza bisogna essere anzi tutto pronte ad accogliere una nuova
sfida e questo non è sempre legato a
condizioni economiche, più o meno favorevoli. L’aborto è una scelta
dolorosissima, nel merito della quale può entrare solo chi vive il profondo
disagio che ne deriva sulla propria pelle. Se la nostra regione soffre l’annoso
problema della scarsa natalità non è
certo per disagi “economici individuali”, ma per l’ evidente e avvilente
mancanza di prospettive che patiscono intere generazioni e pretendere di
sostituire un lavoro con un assegno di 250 euro mensili per 18 mesi è un gesto
a dir poco beffardo. Potersi permettere di avere un figlio, oltre a comportare
una maturità interiore di un certo tipo, implica la sicurezza di avere un
lavoro senza “l’incubo” del domani, la possibilità di avere strutture adeguate
in cui lasciare i propri figli e permettere loro di crescere ed essere seguiti.
Questo deve essere pianificato attraverso un sistema di servizi sociali
sicuramente più complesso rispetto ad un incentivo di poche centinaia di euro.
Le volontarie della
Federconsumatori Potenza
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