Inviate al Ministero dell'Ambiente nuove osservazioni contro il programma di
ricerca e produzione di idrocarburi nell’Adriatico della Croazia. Le Regioni
adriatiche non stiano a guardare.
Lo scorso 15 aprile la nostra Sezione Abruzzo ha inviato nuove osservazioni al Governo Croato e ai nostri Ministeri dell’Ambiente, dello Sviluppo Economico e degli Esteri contro il programma di ricerca ed estrazione produzione di petrolio e gas nell’Adriatico croato.
Lo scorso 15 aprile la nostra Sezione Abruzzo ha inviato nuove osservazioni al Governo Croato e ai nostri Ministeri dell’Ambiente, dello Sviluppo Economico e degli Esteri contro il programma di ricerca ed estrazione produzione di petrolio e gas nell’Adriatico croato.
Il lungo documento è stato
elaborato dalla dottoressa Rosella Cerra che
si è avvalsa del contributo della biologa Rosella Baldacconi che ha illustrato
la particolarità e la delicatezza dei fondali croati interessati dalle istanze
di ricerca e produzione di idrocarburi.
Nel
corso del round di osservazioni, scaduto il 18 febbraio scorso, avevamo già
sollecitato il rispetto da parte croata della normativa internazionale per il
coinvolgimento delle nazioni confinanti ed interessate ad una valutazione
d'impatto transfrontaliera.
Nel
frattempo anche il Governo Italiano aveva fatto presente il proprio diritto a
prendere parte a tale procedura, diritto poi riconosciuto dal Governo della
Croazia.
Abbiamo
inviato le nuove osservazioni anche ai Presidenti delle Regioni interessate e
sollecitate anche dal nostro Ministro Galletti ad esprimersi entro il prossimo
20 aprile. Le Regioni in questione sono il Veneto, il Friuli Venezia Giulia,
l'Emilia Romagna, l'Abruzzo, le Marche, il Molise e la Puglia.
A loro tutte chiediamo con
forza di attivarsi inviando entro il 20 aprile al Ministero dell'Ambiente loro
motivati pareri contro alla corsa agli idrocarburo nell'Adriatico croato.
Considerando la necessità di approfondire gli studi e gli effetti
transfrontalieri che tutto il progetto inevitabilmente avrebbe sulle nazioni
confinanti e l'impatto devastante che ne conseguirebbe per tutto il Mare
Adriatico, abbiamo chiesto sia la sospensione
delle procedure di stipula dei contratti di concessione riguardanti TUTTI I
BLOCCHI finora messi all'asta dal Governo della Croazia sia la revoca delle
procedure di gara per l'assegnazione delle restanti aree di ricerca in cui è
stato suddiviso il Mare Adriatico Croato.
f.to Coordinamento Nazionale NO
TRIV
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