“Anche i
dati del Rapporto ICE per il primo trimestre 2015, nonostante nelle regioni del
Sud permangono situazioni “a macchia di leopardo”, abbastanza differenziate per
risultati, persino a livello provinciale per ciascuna regione e nonostante la
quota del 10% di esportazioni complessive dal Mezzogiorno, c’è la conferma che
le piccole imprese e con esse
quelle dell’artigianato sono in prima fila nella corsa del made in Italy sui mercati internazionali”.
Lo afferma
Rosa Gentile, vice presidente nazionale Confartigianato con la delega
Mezzogiorno, citando dati dell’Ufficio Studi Confartigianato secondo i quali
emerge che le vendite all’estero dei prodotti delle piccole imprese superano
l’andamento complessivo delle nostre esportazioni che, nei primi tre mesi del
2015, hanno fatto registrare un aumento del 3,1%.
Complessivamente, tra marzo 2014 e marzo 2015, i prodotti esportati dalle micro
e piccole imprese valgono 102,4 miliardi, pari al 6,2% del Pil.“Con questi ‘numeri’ – sottolinea la vice presidente – le piccole imprese si confermano ambasciatrici dell’alta qualità made in Italy e componente fondamentale dell’economia italiana. Il sistema economico e produttivo italiano, ricco anche di micro e piccole imprese, è un modello adatto allo sviluppo che va sostenuto e accompagnato”.
A tenere alta la bandiera made in Italy nel mondo sono soprattutto i prodotti alimentari che mostrano un aumento del 5,9% del valore delle esportazioni. Bene anche i settori dei mobili (+5,6%) e dei prodotti in metallo (+4,3%).
“In Italia – continua Gentile - abbiamo migliaia di
aziende che avrebbero il potenziale per esportare, ma che non lo fanno perché
troppo limitate nelle dimensioni e competenze finanziarie. E proprio nel Sud
Italia opera gran parte di queste aziende: realtà di micro e piccole
dimensioni, che realizzano prodotti d’eccellenza, spesso di nicchia, e che
necessitano solo del giusto supporto per poter emergere, anche a livello
internazionale. Ed è questa la motivazione centrale dell’
l’Italian Makers Village, il Fuori Expo di Confartigianato che riapre a
settembre a Milano, per offrire una vetrina specie alle
pmi del Sud. L’iniziativa, contestuale alla partecipazione di Confartigianato
all’interno di padiglione Italia, nasce per raccontare a un pubblico
internazionale i valori del nuovo artigiano, una figura in grado di mantenere
salde le radici con tradizioni e territorio e di percepire la necessità di
innovare nelle idee, nei processi produttivi e nelle modalità di promozione,
utilizzando le tecnologie disponibili sul mercato.
L’artigianato – aggiunge - è il
‘cuore’ della tradizione manifatturiera italiana ma è anche motore di
innovazione tecnologica. Secondo le rilevazioni di Confartigianato, le imprese
artigiane impegnate nei settori più evoluti danno lavoro a 68.285 persone. In
particolare, le aziende che si concentrano nell’Information&Communication
Technology sono 19.116.
E nei settori
manifatturieri operano in modo diffuso imprese che incorporano il “valore
artigiano”, caratterizzato dalla predominanza di alcuni caratteri e in
particolare: rielaborazione della struttura e composizione delle materie prime
– tra le principali quelle alimentari, pietre, tessuti, metalli, vetro e
ceramica, legno e plastica - combinando in differenti matrici tecnologiche
prodotti artigianali caratterizzati da creatività, innovazione ed originalità;
la realizzazione dei prodotti è fondata sulle conoscenze della tradizione e
caratterizzata da un forte legame con le risorse – umane e materiali - del
territorio. La produzione manifatturiera artigiana interpreta in modo originale
l’abbinamento di materiali e tecnologie, con lavorazioni a regola d’arte che
garantiscono un prodotto ben fatto e di elevata qualità, grazie al talento
delle risorse umane presenti nelle imprese artigiane, alla trasmissione delle
conoscenze resa possibile da processi formativi on the job e dal passaggio
generazionale nelle imprese familiari; tali caratteri sono associati ad un
crescente utilizzo delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione.
Una caratteristica dominante nelle imprese artigiane - resa sempre più
necessaria dal crescente alternarsi di cicli espansivi e recessivi e dalla
crescente volatilità dei mercati esteri – consiste nella flessibilità
produttiva associato alla tempestività. Al carattere dell’artigianalità –
fondato su una prevalenza del lavoro dell’uomo - si associa una elevata
capacità di ascolto del cliente finalizzata alla personalizzazione del prodotto
a cui si abbina un senso del bello e del gusto. In tali ambiti del “valore
artigiano” vanno evidenziati alcuni dati: in Italia le micro imprese che
innovano sono il 32,3% del totale imprese attive tra 3 e 9 addetti, in linea
con la percentuale del 31,5% registrata tra le imprese con 10 e più addetti.
Nel dettaglio il settore manifatturiero presenta la maggior propensione ad
innovare: il 42,8% delle micro imprese manifatturiere italiane ha introdotto
una innovazione a fronte del 32,3% delle micro imprese. Una elevata presenza di
micro e piccole imprese e dell’artigianato significa anche integrazione e
coesione sociale. L‘incidenza sociale dell'artigianato è rappresentata da 2,3
imprese ogni 100 abitanti e 5,4 ogni 100 famiglie.
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