Ancora una volta l’ANAS contraddice con i fatti le continue
dichiarazioni circa gli impegni a voler accelerare la realizzazione e il
termine dei lavori in corso sulla rete stradale ed autostradale della
Basilicata.
Dopo aver imposto il divieto di circolazione ai mezzi
pesanti, in orario notturno, sul tratto Laino Borgo – Mormanno (il tratto che
cade in territorio regionale) dal 5 ottobre al 25 ottobre, con nuova ordinanza
compartimentale, estende questo divieto fino al 30 novembre.
E’ l’ultimo (?), gravissimo colpo per i gestori delle aree
di servizio che operano su quel tratto di A3 : la fonte di reddito residua,
appunto i mezzi pesanti, viene cancellata senza alcuna motivazione che non sia
la solita lungaggine nella esecuzione dei lavori programmati.
I gestori, anche tramite le Associazioni di Categoria,
intendono denunciare questo stato di cose che mette definitivamente in
discussione la sopravvivenza delle loro imprese e dei loro dipendenti,
nonostante le continue dichiarazioni di buone intenzioni che l’ANAS, quasi
settimanalmente, dispensa a favore dell’opinione pubblica regionale e del
Governo della Basilicata.
Dopo i continui, costanti ritardi nella liquidazione delle
compensazioni a favore dei Gestori per i danni finora subiti in conseguenza dei
lavori sulla A3, dopo la chiusura totale del tratto autostradale per oltre sei
mesi, dopo 2 bandi di gara per l’assegnazione della gestione delle nuove aree
di servizio andati deserti, dopo le promesse di essere in Basilicata “entro 15
giorni” per affrontare tutte le questioni di urgenza, fatte dal nuovo a.d. di
ANAS lo scorso mese di giugno, l’unica risposta sul campo è l’ennesimo mancato
rispetto delle scadenze.
La FAIB di Basilicata, rilevando la sostanziale immobilità
della Regione che non mostra grande interesse a difendere gli unici impianti
autostradali che operano in territorio lucano, nella permanenza dell’attuale
stato di fatto, comunica che, in accordo con i gestori aderenti, sta valutando
tutte le iniziative necessarie e utili a tutelare il patrimonio imprenditoriale
e umano che l’ANAS sta costantemente e pervicacemente tentando di annullare.
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