La prima fase di attuazione del nuovo Codice degli appalti,
in questi tre mesi, sta creando al sistema delle piccole imprese non poche
criticità che vanno rapidamente superate.
A sostenerlo è
Antonio Miele presidente Confartigianato Basilicata sottolineando che agli albi
delle Cciaa di Potenza e di Matera, al primo trimestre 2016, sono iscritte
3485 (2.383 a Potenza)
imprese artigiane del comparto
edile (2.365 si occupano di lavori di costruzioni specializzati, 1700 nel
Potentino; 1080 di costruzione edifici, 657 nel Potentino) e che le
cancellazioni sono state 133 (94 a Potenza) contro 65 nuove iscrizioni (28 a
Potenza).
Nel riferire che si
è svolto un incontro tra i rappresentanti di Confartigianato e i vertici del Ministero delle
Infrastrutture e Trasporti, Miele aggiunge che ci è stata garantita la necessaria
attenzione alle esigenze degli artigiani e dei piccoli imprenditori attraverso un costante coinvolgimento
di Confartigianato nel confronto sull’attuazione del nuovo Codice.
Confartigianato intende esserci, a tutela degli artigiani e delle piccole
imprese, e continuerà a partecipare al processo di consultazione per migliorare
la fase applicativa della riforma. Il nostro obiettivo – continua il Presidente
di Confartigianato – è quello di valorizzare gli aspetti di profonda
innovazione contenuti nel nuovo Codice e di consentire agli artigiani e alle micro e piccole imprese di
coglierne le opportunità, recuperando l’enorme gap che discrimina la
loro partecipazione alle gare d’appalto, nell’ambito di un rilancio del mercato
degli appalti pubblici all’insegna della trasparenza e della semplificazione.
Da tempo assistiamo ad un preoccupante rallentamento dell’attività
delle Stazioni appaltanti. Questi aspetti stanno impedendo alla domanda
pubblica di rinvigorire settori come quello delle costruzioni che,
tra il 2007 e il 2015, ha perso il 42,4% della produzione e
nei primi 5 mesi del 2016 ha visto un ulteriore calo del 2,4%”.
Le difficoltà emerse in questi 90 giorni – sottolinea il Presidente – rendono necessaria la costituzione di un tavolo istituzionale anche a livello regionale con tutti gli operatori economici per non ritrovarci, alla fine del periodo di sperimentazione, con un tessuto produttivo decimato dalla crisi e dalle risorse non spese. Bisogna assolutamente raggiungere l’obiettivo di consentire agli artigiani e alle micro e piccole imprese di cogliere le opportunità del mercato degli appalti pubblici e recuperare l’enorme gap che discrimina la loro partecipazione alle gare d’appalto.
Le difficoltà emerse in questi 90 giorni – sottolinea il Presidente – rendono necessaria la costituzione di un tavolo istituzionale anche a livello regionale con tutti gli operatori economici per non ritrovarci, alla fine del periodo di sperimentazione, con un tessuto produttivo decimato dalla crisi e dalle risorse non spese. Bisogna assolutamente raggiungere l’obiettivo di consentire agli artigiani e alle micro e piccole imprese di cogliere le opportunità del mercato degli appalti pubblici e recuperare l’enorme gap che discrimina la loro partecipazione alle gare d’appalto.
Miele segnala una serie di aspetti previsti nell’attuazione della delega.
L’obbligo, da parte della stazione appaltante, del pagamento diretto
dei subappaltatori alle microimprese e
in caso di inadempimento da parte dell’appaltatore o su richiesta del
subappaltatore; la suddivisione in lotti di
lavorazione o prestazionali per garantire alle micro e piccole imprese
l’effettiva possibilità di partecipare agli appalti; la restituzione alle imprese
della libertà
di scelta del contratto da applicare; misure premiali per
i concessionari che coinvolgano le Pmi negli appalti; l’applicazione
dell’istituto dell’avvalimento; la possibilità di
ricorso generalizzato al criterio dell’offerta economicamente
più vantaggiosa; l’esclusione
del ricorso al solo criterio del massimo ribasso per le gare ad alta intensità
di manodopera; la riduzione degli oneri documentali a carico delle imprese in un’ottica di
semplificazione. Basti dire che in Europa le Pmi vincono
il 29% delle gare d’appalto, con un indice di discriminazione del 29%, mentre
in Italia, il Paese delle MPmi, questa discriminazione è massima, e raggiunge
il 47%. Occorre vigilare sull’attuazione del Codice con un meccanismo che
garantisca alle micro e piccole imprese l’effettiva partecipazione alle gare.
Nulla di strano o eccezionale, visto che negli Stati Uniti è una prassi
consolidata e l’Europa non la vieta”.
Commenti
Posta un commento