Barile. 26 dicembre 2018.Un succssso il presepe vivente nel parco urbano delle cantine tanto caro all'indimenticabile Pier Paolo Pasolini. Circa mille presenze.


Lo scorso 26 dicembre dalle ore 17 nel suggestivo scenario del Parco Urbano delle Cantine Sheshë di Barile è stato realizzato l'evento “Barile come Betlemme”, con le sue grotte scavate nel tufo già location cinematografica nel 1964 della celebre pellicola "Il Vangelo Secondo Matteo" di Pier Paolo Pasolini con le scene della Natività, l’Adorazione dei Magi. nelle quali, ancora oggi, si custodiscono antiche tradizioni e sapori e, cullano, nel silenzio, uno dei vini più intensi della produzione italiana: l’Aglianico del Vulture. 


Anche quest’anno, rafforzando il senso di appartenenza e identità comunitario si è svolta l’ottava edizione patrocinata dall’Amministrazione Comunale in collaborazione con tutte le associazioni locali, RestArt (Salvatore Malvasi), Torymus (Angela Caselle), pro-loco (Gagliardi-Bracuto), I.C. L’associazione “Kroj”di Giovina Paternoster, La C.R.I. e la “Fidas”. Si calcola che circa mille sono stati i visitatori, alcuni provenienti dalla vicina Campania e Puglia (Calitri e Trani). 


Nel piccolo borgo arbëreshe, seguendo il racconto dei Vangeli, hanno preso vita le principali scene che narrano la venuta di Gesù: il Censimento, il Palazzo di Erode con la sua corte e l’incontro con i Re Magi (coinvolti anche migranti), l’Annunciazione a Maria, la chiamata dei pastori da parte dell’Angelo, il Tempio con gli scriba e sacerdoti, la visita che Maria fece alla cugina Elisabetta dopo aver ricevuto l’annuncio, il viaggio verso Betlemme di Maria e Giuseppe fino a giungere, seguendo la Stella Cometa, alla grotta della Natività e all’Adorazione dei Magi. 


Il Presepe è stato animato da oltre 200 figuranti che hanno rappresentato antichi mestieri come: il falegname, il fabbro, il ciabattino, l’impagliatore di vimini, le ricamatrici e tessitrici, lo scalpellino, il vinaio, l’oste, i mercanti. Tutto è stato come 2000 anni fa: suoni, luci, tradizioni, costumi, che hanno portato i visitatori indietro nel tempo, rivivendo così lo spirito vero del Natale. 


Lungo il percorso, tra una scena e l’altra, i visitatori hanno potuto ammirare le grotte scavate nel tufo dai primi abitanti del luogo, la mostra dei presepi, gustare gli antichi sapori lasciandosi riscaldare dal vetusto Aglianico e ritrovarsi, con i suoni della zampogna, degli organetti, delle musiche arabe e le luci soffuse delle fiaccole, nella magica atmosfera del Presepe Vivente con la nascita di Gesù Bambino. 

Lorenzo Zolfo

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