Dal Santo Padre anche la Delegazione lucana dell’AIDO


Città del Vaticano. “La donazione di organi è un gesto di fraternità e dono a Dio”. Con queste parole Papa Francesco ha accolto nella Sala Clementina del Palazzo Apostolico i 400 volontari dell’Aido, guidati dalla presidente nazionale Flavia Petrin, in occasione della Giornata nazionale della Donazione degli organi, tessuti e cellule.

Presente anche una delegazione dalla Basilicata, presieduta da Biagio Cringoli e da Mario Blasi. Dopo il saluto della Presidente che, pur nascondendo la commozione, ha ricordato l’impegno pluridecennale delle migliaia di volontari, il Pontefice ha ricordato che donare non è solo un “atto di responsabilità sociale” ma anche “espressione della fraternità universale” e gesto di amore generoso che contrasta le minacce contro la vita “dell’aborto e dell’eutanasia”. Per i credenti, poi, “è un dono fatto al Signore sofferente”, un gesto di generosità e solidarietà. Iscritti all’AIDO erano infatti anche i precedenti pontefici, Giovanni Paolo II e Benedetto XVI. Papa Francesco ha ricordato “le migliaia di persone che hanno scelto di testimoniare e diffondere i valori della condivisione e della donazione, senza nulla chiedere in cambio”, perché – ha ribadito – “d onare gli organi è una necessità sociale”. La presidente Petrin ha sottolineato che gli sviluppi della medicina dei trapianti hanno reso possibile donare dopo la morte, e in certi casi anche in vita (come ad esempio nel caso del rene e trapianto da vivente anche parte del fegato), degli organi per salvare altre vite umane. Ma anche “per conservare, recuperare e migliorare lo stato di salute di tante persone malate che non hanno alternative”. Per il Papa, dunque, la donazione degli organi “risponde ad una necessità sociale perché, nonostante lo sviluppo di molte cure mediche, il fabbisogno di organi rimane ancora grande”. Non si tratta però solo di un gesto “utile” ma, chiarisce Papa Francesco, “di esperienze profondamente umane e cariche di amore e di altruismo”. La donazione significa guardare e andare oltre sé stessi, oltre i bisogni individuali e aprirsi con generosità verso un bene più ampio. In questa prospettiva, la donazione di organi si pone non solo come atto di responsabilità sociale, bensì quale espressione della fraternità universale che lega tra loro tutti gli uomini e le donne. Quindi Papa Francesco cita il Catechismo della Chiesa Cattolica, quando sottolinea che “la donazione di organi dopo la morte è un atto nobile e meritorio ed è da incoraggiare come manifestazione di generosa solidarietà”. L’uomo vive di relazioni - spiega il Papa - e quindi “ciascuno di noi realizza sé stesso anche attraverso la partecipazione alla realizzazione del bene altrui”. I 400 presenti nella Sala Clementina hanno ricevuto personalmente il saluto del Papa, e a ciascuno ha donato la benedizione da portare nelle proprie comunità. Commozione ed entusiasmo per la delegazione lucana; presente anche il sindaco di Rapolla, Biagio Cristofaro, che decreterà a breve per la cittadina del Vulture il titolo di “Città della Donazione”. Rapolla, infatti, può vantare il maggior numero di iscritti all’Aido dell’intera regione, con iniziative e stand. Durante la santa Messa delle Palme, nella cattedrale di Rapolla, il Vescovo della Diocesi mons. Ciro Fanelli, ricevendo l’apposita pergamena, ha più volte ricordato l’impegno dei volontari dell’Aido verso le comunità, esaltando il senso cristiano del dono e della solidarietà. 

Armando Lostaglio

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