L'ARTE POLIEDRICA E "VULCANICA" DI ROBERTA LIOY. L'abbiamo incontrata a Rionero, nel suo laboratorio artistico per esporle alcune domande.


Roberta Lioy, 43enne di Rionero, affermata artista, nata con la stessa passione del nonno (ceramista) e del papà (docente di educazione artistica, pittore e grafico). È un'artista informale figurinista, definita vulcanica, poliedrica e perseverante. La sua originale arte fuoriesce costantemente dalle sue sensazioni interiori più intime, quelle primordiali, che esultano "vulcanicamente" per essere esplicitate, e, progressivamente, tra colori, sfumature e svariatissimi toni, si concretizzano, diventando un meccanismo catartico prezioso, sia per se stessa che per gli osservatori. La natura è una caratteristica prevalente nelle sue opere, che le rende particolarmente accattivanti e suscita in chi le ammira una curiosità tale da spingere a voler "decifrare" e scorgere in maniera sempre nuova il senso individuale del dipinto. La sua arte spazia in maniera straordinaria: si esprime su tela, tessuto, legno, fino al corpo umano con la sua body painting. Ha frequentato l'Istituto Statale D'arte Carlo Levi di Rionero, sezione Ceramica, per poi continuare i suoi studi di pittura presso l'Accademia Di Belle Arti di Foggia. Un percorso professionale importante: essendo stata allieva del prof.Circiello con tesi su "Tecniche Grafiche Speciali" e conseguendo in Accademia la Specializzazione in Grafica con tesi su "Significato e funzione della grafica nel mondo contemporaneo". È insegnante di pittura e forma docenti in attività artistiche e grafiche. Un'importante esperienza lavorativa è stata quella presso il Liceo Artistico "Giovanni Paolo II" di Maratea (PZ) come formatrice in "Discipline Pittoriche". Esperta di scenografia; realizza murales; dirige corsi di pittura e di ceramica, oltre ad aver vinto il concorso "Europa in arte" con l'opera "Blu profondo" (2008/2009) contraddistinguendosi come unica lucana presente nel catalogo, scritto in 5 lingue. Ha tenuto svariatissime mostre sia in Italia che all'Estero, tra cui una mostra permanente presso la pinacoteca dell'Accademia di Belle Arti di Luxor (Egitto). Un'artista che esprime INTENSITÀ interiore, spontaneità di sentimenti, di contraddizioni interiori, di "arcobaleno" emotivo oltre ad un viscerale senso di appartenenza verso la propria terra lucana. L'abbiamo incontrata a Rionero, con grande piacere presso il suo laboratorio artistico (nato nell'anno 1998) e le abbiamo posto alcune domande: 

- Siamo lieti ed entusiasti di poter interloquire con un'artista lucana di spessore come lei. Da dove nasce la pittura di Lioy? 
La mia pittura nasce dal fatto che io ricerco il benessere, voglio stare emotivamente bene. Ho vissuto un periodo buio della mia vita caratterizzato da ansia, panico. Ho riversato, grazie all'arte, tutte le mie emozioni implose dentro di me: i miei stati d'animo, la mia angoscia, rendendole al mio occhio nitide, limpide e riuscendo ottimamente a esternarle. Fare arte, per me, è un vero e proprio meccanismo catartico, di "liberazione". Dipingendo, riesco ad analizzare me stessa e gli altri traendone un senso proficuo. 
 

- Come nascono i suoi quadri? 
 Il mio laboratorio nasce proprio dall'esigenza di esporre me stessa. Il mio spazio artistico espositivo nasce proprio dal desiderio di una mia crescita personale progressiva. Nelle piccole realtà dove l'arte non è considerata una delle maggiori prospettive, ho voluto creare questa galleria d'arte per dimostrare che tutto è fattibile, nulla è impossibile. Il mio laboratorio è il mio rifugio, la mia "protezione" dal mondo esterno caratterizzato in buona sostanza da ipocrisia, da una mancanza di valori che per me sono il punto cardine del mio approccio alla vita. 
 

 -Si è ispirata ad artisti specifici? 
 Io mi rifaccio ad artisti del '50, quindi parliamo di un'arte particolare: l'arte informale. In Francia nasce il movimento artistico dell'informale che è un'arte materica, lavorata con la materia: la forza del cemento, i colori vivi, non acquerellati, senza forma, quindi innescano nell'osservatore un'interpretazione totalmente soggettiva. Mi sono ispirata prevalentemente agli artisti Dubuffet e Fautrier. 
 

- Consapevoli che la chiave di lettura delle opere sia individuale, le chiediamo: quali sono i "messaggi" che vuole lanciare? 
Voglio esaltare il mio istinto, le mie emozioni, le mie sfaccettature inconsce, i miei punti deboli e i miei punti di forza. Ritengo di avere una personalità non tendente a esplicitarsi con una sola e una caratteristica. E, grazie al mezzo prezioso dell'arte, riesco a tirar fuori tutte le mie parti differenziate tra loro e le dono agli altri, che, senza dubbio, le "leggono" in maniera personale. 
 
 -Quali elementi arricchiscono i suoi dipinti? 
Io creo dal nulla, qualcosa di ancestrale dentro di me fuoriesce con spontaneità e forza, e, gradatamente, rende l'opera qualcosa in divenire. Le forme, la materia, i colori, i toni diversi: tutto ciò arricchisce i miei quadri. -Esprime stati d'animo particolari quando dipinge? Come dicevo, nel passato ho avuto un periodo molto critico, vedevo tutto oscurato attorno a me, e nonostante abbia questo carattere esplosivo, "vulcanico", e aggressivo (inteso come sicurezza e padronanza) per molti aspetti, ho avuto una fase di totale vulnerabilità. La pittura è stata la mia àncora di salvezza. Dalla pittura ho spaziato, poi, verso la costruzione, l'invenzione, la voglia di guardare oltre, altrove, "spostando lo sguardo" sempre e in ogni esperienza professionale. - Una valutazione critica della sua pittura. Ritengo che la mia arte sia originale, mai convenzionale, ma anticonformista, "ribelle". "Leggo", dentro di me, quando mi introspeziono con attenzione, che il mio modo di fare arte non ha affatto copiature, nasce dall'istinto. Amo ricercare il "bello", non prediligo nulla di tutto ciò che possa essere in qualche modo volgare, mi piace rappresentare la finezza, la delicatezza: ciò che secondo me attrae, affascina. 
 

 - Le soddisfazioni più entusiasmanti? 
La soddisfazione più grande è vedere negli occhi delle persone l'entusiasmo, l'attenzione e la curiosità quando osservano le mie opere, soprattutto la loro volontà di trarre un'interpretazione sempre individuale. Il body painting mi ha dato tantissime soddisfazioni, tecnica tramite la quale ho avuto anche modo di lavorare con Vittorio Sgarbi. In questa fase della mia vita sono, appunto, soddisfatta, sono serena. Ho trovato il mio equilibrio. 
 
- Cosa significa per lei insegnare? 
Per me insegnare significa portare avanti una missione, perché oltre ad essere una persona che si identifica in più ruoli e parti contradditorie della mia interiorità, riesco a portare a scuola tante sfaccettature della mia arte, tante tecniche diverse, e le inculco con tanta passione nei ragazzi, cercando con tutta me stessa di proiettarla in loro. Amo insegnare in maniera differenziata, mai uguale, mai patinata, ma sempre autentica e profonda. Per me l'insegnamento è entusiasmo, adrenalina, è confronto tra me e gli allievi. 
 
 CHIUDIAMO QUESTA INTERESSANTISSIMA INTERVISTA A ROBERTA CON IL SUO LEITMOTIV CHE CI HA COMMOSSI PARTICOLARMENTE: "Il segreto sta nel distinguersi". 
 
Carmen Piccirillo, Francesco Preziuso

Commenti