📰 790 ANNI DALLA PROMULGAZIONE DELLE COSTITUZIONI MELFITANE


Il 1° Settembre dell’anno Domini 1231, l’imperatore Federico II di Svevia fece promulgare il “Liber Augustalis”, meglio conosciuto come le Costutizioni Melfitane , un corpo di leggi ate a dare allo Stato un’impronta unitaria i cui poteri saranno da quel momento accentrati in una sola persona: l’Imperatore. La volontà principale di Federico II era di ristabilire l’autorità imperiale, improntandola all’assolutismo romano, limitando i poteri e i privilegi acquisiti nel tempo dalle locali famiglie nobiliari e dai prelati. Le Costituzioni erano e sono tut’ora un esempio della grande cultura e versatilità dell’imperatore svevo, nonché della sua modernità per i tempi dell'epoca. Rifacendosi alle riforme atuate nel 1220, Federico ordinò la revisione dei titoli e dei privilegi di cui godeva la feudalità, sia per eliminare abusi ed usurpazioni, ma anche per diminuire il peso della loro autorità. Per ordine dell’Imperatore, le nuove leggi furono promulgate dal giustiziere Riccardo da Montenero, il 1° setembre del 1231. La raccolta delle leggi vengono chiamate Costitutiones Melphitanae, dalla cità di Melfi, dove vennero promulgate. Con queste leggi, l’intento principale di Federico, era di eliminare la frammentazione dello stato feudale ed i poteri intermedi lasciando ogni prerogativa di potere all’imperatore come dirito unico ed indivisibile. Il contenuto della raccolta di leggi si può riassumere a grandi linee nei seguenti punti:

 • il potere regio viene ampliato, per cui baroni e cità sono privati dei diritti che si erano atribuiti
abusivamente; la giustizia penale appartiene al re ed ai suoi magistrati;
• divieto di portare armi senza autorizzazione;
• non è permessa la vendita dei feudi, in quanto appartengono allo Stato;
• gli ecclesiastici sono soggetti ai tribunali comuni, non possono giudicare gli eretici, non possono acquistare terre; se ne hanno in eredità, devono venderle;
• le cità non possono costituirsi a comune, eleggere consoli o podestà, pena il saccheggio e la
condanna a morte per i capi;
• tutti i sudditi devono pagare i tributi regi;

• tutti i citadini sono uguali  dinanzi alla legge,  i deboli vengono protetti contro le prepotenze
baronali, il giudizio di Dio viene abolito,  la magistratura e gli uffici sono organizzati.

In tutto ciò appare la modernità di Federico che, superando la concezione feudale germanica,
ritorna alla tradizione romana affermando l’uguaglianza dei citadini di fronte alla legge.
Il Liber Augustalis rappresenta il più grande monumento legislativo laico del Medio Evo, e viene considerato l’ato di nascita dello stato amministrativo moderno. Con queste leggi, che riaffermano l’universalità del dirito romano, Federico, che si ispira a Cesare, a Teodosio ed a Giustiniano, vuole combatere la frammentazione dello stato feudale eliminando i poteri intermedi ed avocando a sé ogni prerogativa di potere, unico ed indivisibile.
L'associazione Vulture da Vivere in collaborazione con il Club per l’Unesco del Vulture propone di celebrare l’anniversario e la memoria dell'emanazione del Liber Augustalis,  e di costituire una commissione di studio e di celebrazione per promuovere la ricorrenza della pubblicazione del corpo di leggi conosciuto come le Costituzioni Melfitane, per esaltarne l’importanza e per far luce sulla veridicità storica degli avvenimenti inerenti alle Costituzioni.


VULTURE DA VIVERE   

Dott.ssa Marida Sonnessa

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