📰 Editoriale. La Messa Natalizia con i ragazzi del carcere minorile di Potenza

 

Ascoltare la Santa Messa prima del Natale nella palestra del carcere minorile è una esperienza che è difficile da conciliare con i frastuoni dell'inutile simulacro di opulenza.
Siamo al cospetto di creature oggi, fragili, indebolite da errori personali e pure di percezione sul chi siamo e sul perché siamo. 
Li guardiamo lì, seduti in fila: loro da una parte, noi, i liberi, dall'altra: una quindicina; noi un po’ di più, dirigenti ed agenti compresi. 
È l'Arcivescovo di Potenza ad officiare la Messa, con lui il cappellano e il sacerdote assistente. Mons. Davide Carbonaro ha una personalità apparentemente imponente, che si scioglie subito nel sorriso, e appena legge i salmi si rivolge a noi tutti con voce mite e un linguaggio conciso. 
Sono parole semplici le sue, universali: la fede e l'umanità, la solidarietà e la capacità di essere al mondo con gli altri e per gli altri: un Pargolo fragile che apparirà per incanto in una grotta secondo la iconografia collettiva, saprà donarsi senza orpelli. 
È mistico e semplice, per nulla scontato; ed è quello che si è creato in quello spazio chiuso al mondo, ma aperto come uno squarcio, indefinibile dentro e nel profondo di ciascuno. 
Questo ricorderemo di quella Santa Messa, del Cantico dei Cantici che è stato letto, dei salmi, e del Bambinello che si illumina al buio che don Davide ha offerto a tutti dopo la messa. 
Ha portato con sé un vaso, uno di colore azzurro come un cielo di Giotto, uno dei tanti che i ragazzi hanno ricostruito nell'ora d’arte... 
Il resto del Natale lo facciano fuori di lì, chi ha peccato e chi è senza peccato. 
Siamo tutti sotto il Cielo, cangiante come le nuvole, con il sole e con il grigio che minaccia di far cadere candida neve; la città è freddissima, Potenza, dall’alto dei suoi ottocento metri. Spunterà l'arcobaleno che ci legherà tutti, in un afflato temporale che è simile alla vita. 
Grazie a quei ragazzi, oggi reclusi; i gigli nei campi attenderanno che volino su di essi, a breve, e che sia anche domani. 
Il mondo lì dentro si può identificare come un paesaggio umano del tutto fertile, addirittura incontaminato, che può apparire come un ossimoro rispetto al recente passato da essi vissuto. 
La nostra volontà resterà di mettersi a confronto e misurarsi con l'ignoto, come scriveva Silvina Ocampo: persino la loro crudeltà talvolta è innocente. 
Per i credenti è questo il regalo di Natale: portare quei ragazzi dentro di sé. 
Da alcuni mesi “Libera”, fondata da don Luigi Ciotti, il settore Giustizia Minorile "Amunì" in collaborazione con il Ministero di Giustizia e il Tribunale minorile, i Presidi, promuovono iniziative culturali all'interno del carcere minorile. 
Nella struttura di Potenza, un gruppo di volontari aderenti ai presidi del Vulture Alto Bradano e della Val D'Agri e il CineClub “De Sica”- Cinit, svolgono attività di formazione e percorsi di educazione emotiva e relazionale con la proposta di attività diversificate: lettura e scrittura creativa, T-group, testimonianze di parenti delle vittime delle mafie-i 100 passi verso il 21 marzo, laboratorio di artigianato-Kinsugi e di cinema con la visione di cortometraggi e film d'autore, al fine di mantenere attiva nei giovani detenuti la capacità di dinamismo e di riflessione verso tematiche culturali e sociali, volte ad una rieducazione verso una civile convivenza, per un futuro che possa evitare loro devianze e possibili ricadute.

Armando Lostaglio

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