Ascoltare la Santa Messa prima del Natale nella palestra del
carcere minorile è una esperienza che è difficile da conciliare con
i frastuoni dell'inutile simulacro di opulenza.
Siamo al cospetto di
creature oggi, fragili, indebolite da errori personali e pure di
percezione sul chi siamo e sul perché siamo.
Li guardiamo lì,
seduti in fila: loro da una parte, noi, i liberi, dall'altra: una
quindicina; noi un po’ di più, dirigenti ed agenti compresi.
È
l'Arcivescovo di Potenza ad officiare la Messa, con lui il
cappellano e il sacerdote assistente. Mons. Davide Carbonaro ha
una personalità apparentemente imponente, che si scioglie
subito nel sorriso, e appena legge i salmi si rivolge a noi tutti con
voce mite e un linguaggio conciso.
Sono parole semplici le sue,
universali: la fede e l'umanità, la solidarietà e la capacità di essere
al mondo con gli altri e per gli altri: un Pargolo fragile che
apparirà per incanto in una grotta secondo la iconografia
collettiva, saprà donarsi senza orpelli.
È mistico e semplice, per
nulla scontato; ed è quello che si è creato in quello spazio chiuso
al mondo, ma aperto come uno squarcio, indefinibile dentro e nel
profondo di ciascuno.
Questo ricorderemo di quella Santa Messa, del Cantico dei Cantici
che è stato letto, dei salmi, e del Bambinello che si illumina al
buio che don Davide ha offerto a tutti dopo la messa.
Ha portato
con sé un vaso, uno di colore azzurro come un cielo di Giotto, uno
dei tanti che i ragazzi hanno ricostruito nell'ora d’arte...
Il resto del Natale lo facciano fuori di lì, chi ha peccato e chi è
senza peccato.
Siamo tutti sotto il Cielo, cangiante come le
nuvole, con il sole e con il grigio che minaccia di far cadere
candida neve; la città è freddissima, Potenza, dall’alto dei suoi
ottocento metri. Spunterà l'arcobaleno che ci legherà tutti, in un
afflato temporale che è simile alla vita.
Grazie a quei ragazzi, oggi
reclusi; i gigli nei campi attenderanno che volino su di essi, a
breve, e che sia anche domani.
Il mondo lì dentro si può
identificare come un paesaggio umano del tutto fertile,
addirittura incontaminato, che può apparire come un ossimoro
rispetto al recente passato da essi vissuto.
La nostra volontà
resterà di mettersi a confronto e misurarsi con l'ignoto, come
scriveva Silvina Ocampo: persino la loro crudeltà talvolta è
innocente.
Per i credenti è questo il regalo di Natale: portare quei ragazzi
dentro di sé.
Da alcuni mesi “Libera”, fondata da don Luigi Ciotti, il settore Giustizia
Minorile "Amunì" in collaborazione con il Ministero di Giustizia e il
Tribunale minorile, i Presidi, promuovono iniziative culturali all'interno del
carcere minorile.
Nella struttura di Potenza, un gruppo di volontari
aderenti ai presidi del Vulture Alto Bradano e della Val D'Agri e il CineClub
“De Sica”- Cinit, svolgono attività di formazione e percorsi di educazione
emotiva e relazionale con la proposta di attività diversificate: lettura e
scrittura creativa, T-group, testimonianze di parenti delle vittime delle
mafie-i 100 passi verso il 21 marzo, laboratorio di artigianato-Kinsugi e di
cinema con la visione di cortometraggi e film d'autore, al fine di
mantenere attiva nei giovani detenuti la capacità di dinamismo e di
riflessione verso tematiche culturali e sociali, volte ad una rieducazione
verso una civile convivenza, per un futuro che possa evitare loro devianze
e possibili ricadute.
Armando Lostaglio
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