📰 Editoriale. Roma: In Biblioteca Vaccheria Nardi i poeti Frandino, Di Crescenzo e Piccirillo a Confronto
“Io non ho bisogno di denaro, ho bisogno di sentimenti” (Alda Merini).C’è ancora un posto, oggi, per la
poesia dell’anima, che vuole semplicemente esprimere le nostre emozioni?
È stato questo il leitmotiv del lodevole evento culturale che si è tenuto nei giorni scorsi a Roma, presso la
biblioteca Vaccheria Nardi.
L’iniziativa, correlata al progetto culturale della biblioteca, denominato “Poetando”, a cura dei validissimi
coordinatori Luciana Raggi e Maurizio Mazzurco, ha visto la partecipazione di tre poeti: Vinicio Salvatore Di
Crescenzo, Enrico Frandino, e Carmen Piccirillo, che si sono confrontati tra loro, e con il pubblico, sulle
proprie poetiche, sinonimo di cura per l’interiorità, di meccanismo catartico: si sono confrontati sul senso
esteso della bellezza dell’arte in tutte le sue forme- soprattutto nell’attuale periodo storico- così come sui
sentimenti, le emozioni, la vita in tutte le sue angolazioni (…)
Il poeta Di Crescenzo ha presentato la sua silloge poetica intitolata “La via alla foce”, edita da Pav Edizioni;
Enrico Frandino ha presentato “L’Uomo di Cenere”, edito da Ikonos editore; Carmen Piccirillo ha presentato
“Oltre”, edito da Aletti Editore.
“La via alla foce”, di Salvatore Di Crescenzo, altro non è che il viaggio della vita che, come un fiume,
attraversa paesi e stagioni, raccogliendo ciò che incontra lungo il suo cammino, sino alla foce, destinazione
ultima, coscienza alla quale consegnare ogni stato d’animo vissuto, i fatti che ogni persona assorbe, matura
e custodisce in sé: il lettore è invitato a intraprendere un viaggio intimo e universale attraverso le tappe
della vicenda umana, in equilibrio tra descrizioni naturalistiche, riflessioni introspettive, esplorazioni
dell’inconscio.
Ne “L’Uomo di Cenere” Enrico Frandino invita a percorrere il delicato equilibrio tra la fragilità umana e la
forza interiore che può aiutare anche nei momenti più bui: il poeta, anarchico delle emozioni, valorizza
l’ascolto interiore che la poesia può dare.
L’autore trasforma le parole in un caleidoscopio di emozioni,
offrendo una prospettiva unica sulla bellezza e la complessità della vita. Un libro, dunque, che è un inno alla
resilienza, una celebrazione della forza interiore che risplende anche nei momenti critici.
Nei suoi versi, Carmen Piccirillo mostra la volontà di esplorare sé stessa, di mettersi a nudo, provocando un
confronto intenso tra la sua interiorità e quella del lettore. Esprimere i propri sentimenti più profondi ed
enigmatici, i momenti di sofferenza e di disillusione, dare spazio al sogno, significa rivivere ed elaborare
tutto il peso, a volte insostenibile, della propria anima, con l’obiettivo di guardare oltre, di rinascere.
Si libera così l’energia interiore, presente in ogni essere umano, che “cura” e dà la forza di “volare”, dopo
aver ricucito le proprie ali.
Un appuntamento, dunque, carico di spunti di riflessione, di emozionalità, di cultura intesa come bellezza e
confronto costruttivo e ricchezza interiore.
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